Cittadella del Capo (CS) Le misteriose fiere di San Giovanni e San Gaetano

 

 

La Fiera di San Giovanni e  quella di San Gaetano sono due eventi molto noti per la popolazione bonifatese e quella limitrofa, delle quali però se ne sente parlare raramente nella cronaca meridionale, probabilmente per via delle molte disconoscenze riguardo alle festività locali. Nonostante ciò ad esse vi giungono ogni anno innumerevoli persone, dagli stessi abitanti del posto e dintorni al gran numero di turisti che villeggiano lungo la costiera tirrenica. La nascita di queste due ricorrenze si può accostare alla grande fede dei cittadini di Bonifati, specialmente a quella di coloro che fanno parte della frazione di Cittadella del Capo. La loro origine è anche dovuta alla volontà dei paesani di mettere in mostra gli oggetti di artigianato fatti a mano. Poiché i cittadini erano molto devoti a San Giovanni e San Gaetano il comune decise di celebrarli con due fiere, rispettivamente il 24 Giugno e l’ 8 Agosto. Questa tradizione risale addirittura ai primi anni del ‘900. Vi erano parecchi commercianti che portavano i loro prodotti, di qualsiasi tipo, da vendere poi alla popolazione. Si chiamano per l’appunto “fiere” poiché i beni che si possono acquistare costano di meno rispetto a quelli venduti in negozio. Varie e distinte sono le bancarelle, tra le quali si possono identificare quelle agroalimentari con prodotti tipici e non, quelle di vestiario, quelle di bigiotteria. Entrambe le fiere si estendono per tutto il lungomare e lungo la salita che porta alla Chiesa di San Michele Arcangelo. I mercanti sono soliti arrivare prima del sorgere dell’alba, persino durante la notte, così da avere il posto migliore dove posizionare la propria bancarella, per poi lasciare il paese intorno alle 14:00. Questi eventi sono molto caratteristici per il centro abitato, specialmente per l’atmosfera che si crea attorno grazie al ritrovo di tutti i compaesani. Sono speciali soprattutto per i bambini, i quali non aspettano altro che arrivino questi giorni per comperare qualche giocattolo insieme ai propri nonni o genitori. Sono vere e proprie giornate di svago per la gente di Bonifati, ricorrenze in cui ogni cittadino sfrutta per ritrovarsi con l’intera famiglia o con qualche amico. Attorno a queste fiere sono nati molti detti e leggende popolari. Si narra infatti che San Gaetano e San Giovanni prendano un’anima tra le persone che decidono di farsi il bagno a mare in quei determinati giorni. Tale leggenda è stata inventata dalle madri per non far andare i propri figli in spiaggia mentre loro erano impegnate nel fare compere alle bancarelle. Nonostante ciò molti continuano a credere in questi detti popolari, magari anche per scaramanzia. Numerosi sono anche i miei ricordi d’infanzia riguardo queste due particolari tradizioni, per tale motivo spero possano continuare ad esistere per molti anni, con la speranza che la fiera di San Giovanni e quella di San Gaetano possano essere conosciute anche al di fuori della costa tirrenica.

 

 

Testo gentilmente fornito da Lucio Borrelli.

Foto di Piergiorgio Natalini

Per difesa e per amore di Cetraro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La gaffe dei telecronisti della Rai durante il Giro d’Italia è passata sotto gli occhi di tutti, specialmente sotto quelli dei cittadini cetraresi. Ricordare la bufala sulla nave dei veleni di certo non ha messo in buona luce una splendida cittadina come Cetraro. Il sindaco insieme al consigliere regionale e al senatore si sono incontrati al fine di intervenire sui vertici Rai per riparare al danno fatto. L’oltraggio procurato dalla Rai è alquanto increscioso, dovuto alla disinformazione ed ai pregiudizi sulle vicende che accadono nel Sud Italia. Il porto di Cetraro nel 2018 è diventato Bandiera Blu per gli approdi turistici grazie al lavoro eccellente delle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi anni. Purtroppo ciò non è stato riportato dai telecronisti, che hanno pensato di  infangare il paese facendo riemergere la fandonia sulla nave dei veleni. Cetraro è un paese che ha sofferto tanto, avvolto da numerosi pregiudizi, ma che ha avuto la forza di rialzarsi sempre, grazie ai suoi cittadini e all’amministrazione. Numerosi sono i progressi che il paese ha avuto negli ultimi anni, partendo dalle innumerevoli innovazioni del Liceo Silvio Lopiano arrivando alla Bandiera Blu  conquistata ultimamente. Per non parlare del meraviglioso lungomare in stile californiano. Il danno inflitto durante il Giro d’Italia è molto profondo e pesante, la Rai dovrà rimediare al più presto perché Cetraro e i suoi abitanti non meritano di essere screditati in tale maniera, poichè il mare e il porto sono fondamentali per il turismo costiero e marittimo. Bisognerebbe educare le tv nazionali ad una maggiore informazione verso gli eventi del meridione per non cadere in errori o in banali conclusioni. La città di Cetraro è pronta per ospitare i vari turisti  che vorranno godersi le splendide spiagge tirreniche o i caratteristici borghi meridionali.

Testo gentilmente fornito da Lucio Borrelli.

 

 

 

 

Foto: https://www.facebook.com/portocetraro/photos/a.1066862950049731.1073741825.1066860450049981/1066862956716397/?type=1&theater

A Cosenza il casting del nuovo film di Gabriele Mainetti “Freaks out”

 

Inizieranno lunedì 14 maggio, al Chiostro di San Domenico, i casting per selezionare i figuranti che prenderanno parte alla lavorazione del nuovo film di Gabriele Mainetti, “Freaks out”. Le riprese, già iniziate a Roma nello scorso mese di aprile, proseguiranno in Calabria nel mese di giugno. La troupe del regista Gabriele Mainetti, al suo secondo film dopo lo straordinario successo de “Lo chiamavano Jeeg Robot”, che due anni fa fece incetta di premi ai David di Donatello, comincerà a girare a Cosenza e in provincia dal 18 giugno prossimo.

I casting al Chiostro di San Domenico, messo a disposizione dell’Amministrazione comunale, andranno avanti fino a domenica 20 maggio tutti i giorni, dalle 9,30 alle 19,00, con una pausa dalle 13,00 alle 14,00.

Il nuovo film di Gabriele Mainetti, “Freaks out” è tratto da un soggetto originale di Nicola Guaglianone che ha firmato la sceneggiatura a quattro mani con lo stesso regista. Guaglianone, di origini cosentine, è tra gli sceneggiatori più richiesti del momento (sue la sceneggiature di “Indivisibili” di Edoardo De Angelis e dell’ultimo film di Carlo Verdone, “Benedetta follia”). Il film è prodotto dalla Lucky Red di Andrea Occhipinti, dalla Goon Films con Rai Cinema e in coproduzione con Gapfinders (Belgio).

Nel cast di “Freaks out” figurano Aurora Giovinazzo, Claudio Santamaria, già protagonista del primo film di Mainetti, “Lo chiamavano Jeeg Robot”, e, ancora, Pietro Castellitto e Giorgio Tirabassi. A firmare le musiche, Michele Braga con Gabriele Mainetti.

Cosenza è arrivata al centro dell’attenzione della produzione del film di Gabriele Mainetti grazie alla sinergia che si è instaurata tra l’Assessore al turismo e marketing territoriale di Palazzo dei Bruzi, Rosaria Succurro e il location manager del film, il cosentino Pasquale Arnone, cui hanno dato carta bianca sia il produttore esecutivo Jacopo Saraceni che l’organizzatore generale Pio Giglietti. Nei mesi scorsi il regista Mainetti è stato a Cosenza per effettuare dei sopralluoghi ed in quella occasione ha incontrato personalmente l’Assessore Succurro. “E’ innegabile come il cinema – ha sottolineato Rosaria Succurro – rappresenti un eccezionale strumento per veicolare i flussi turistici. Tanto è vero che oggi i benefici del cosìddetto cineturismo in Italia sono sotto gli occhi di tutti, per le enormi ricadute positive che generano a favore dei territori che ospitano la lavorazione dei film. E in questi effetti benefici – ha detto ancora Succurro – sono da ricomprendere sia quanto viene investito direttamente dalla produzione, sia il valore economico generato da chi, dopo aver visto questo o quel film, si reca nei luoghi dove è stato girato. L’auspicio è che, in un momento nel quale sta aumentando la credibilità turistica di Cosenza, questi effetti possano essere avvertiti anche alle nostre latitudini”.

Il film “Freaks out” è ambientato a Roma, nel 1943, in pieno secondo conflitto mondiale. I quattro amici protagonisti, Matilde, Cencio, Fulvio e Mario, sono come fratelli, ma a cambiare il corso della loro vita arriva il dramma della guerra che travolge Roma, la città che ospita il circo nel quale lavorano. Il proprietario del circo, che è per i quattro una sorta di padre putativo, scompare nel tentativo di aprire loro una via di fuga oltre Oceano. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto, senza il circo, i quattro amici hanno smarrito la loro collocazione sociale e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, “a piede libero” in una città in guerra.

Le locations cosentine prescelte per il film saranno il centro storico ed anche la Sila. Tra le scene previste, anche quella di una deportazione che sarà girata a bordo della storica locomotiva a vapore FCL353 delle Ferrovie Calabro Lucane.

 

Fonte ildispaccio.it Creato Venerdì, 11 Maggio 2018 16:09

Link Articolo http://ildispaccio.it/celluloide/50-cosenza/178153-a-cosenza-i-casting-del-nuovo-film-di-gabriele-mainetti-freaks-out

Foto da web:LinK/ https://www.badtaste.it/2018/04/10/freaks-out-al-via-le-riprese-del-nuovo-film-di-gabriele-mainetti-claudio-santamaria-nel-cast/306728/

Si rinnova a Cosenza, per la terza edizione, l’appuntamento con “Bukurìa Arbëreshe”, la sfilata d’onore promossa dall’Eparchìa di Lungro

 

La città di Cosenza ospiterà, domenica 20 maggio, la terza edizione della sfilata d’onore “Bukurìa arbëreshe Kosenxë – La bellezza italo-albanese a Cosenza”, promossa dalla Parrocchia bizantina, italo-greco-albanese del Santissimo Salvatore dell’Eparchìa di Lungro, da un’idea di Papas Pietro Lanza, vicario generale dell’Eparchia di Lungro e parroco del Santissimo Salvatore di Corso Plebiscito a Cosenza. La manifestazione è patrocinata dalla Regione Calabria, dalla Provincia, dal Comune di Cosenza e da tutti i comuni arbereshe della provincia di Cosenza.
Con la sfilata d’onore di domenica 20 maggio si intende far conoscere ai calabresi la cultura dell’Arbëria e l’Arbëria come cultura. Per il terzo anno consecutivo, nella città di Cosenza, la manifestazione vuole rendere visibile e in maniera unitaria la presenza degli arbëresh, che, in tutta la provincia, può contare su ben 40 mila unità, espressione delle comunità albanofone. Alla “Bukurìa arbëreshe Kosenxë” parteciperanno i gruppi folkloristici dei tanti paesi arbëresh, e, come nei due anni precedenti, anche un gran numero di coppie e persone singole, con indosso i regali vestiti tradizionali delle famiglie albanesi, la cui foggia risale al Settecento e all’Ottocento, per esprimere, con i loro canti e le loro danze, la gioia e l’onore di conservare la forte coscienza di popolo e l’identità culturale e religiosa.

Lunedì 14 maggio, alle ore 11,30, sulla balconata panoramica di Corso Plebiscito a Cosenza, nelle immediate adiacenze del busto bronzeo di Giorgio Castriota Scanderbeg, la manifestazione sarà presentata nel corso di una conferenza stampa durante la quale sarà illustrato, nei dettagli, il programma dell’evento di domenica 20 maggio. All’incontro con i giornalisti parteciperanno Papas Pietro Lanza, l’Assessore alla comunicazione, al turismo e marketing territoriale del Comune di Cosenza, Rosaria Succurro, l’Assessore provinciale e Sindaco di San Basile, Vincenzo Tamburi, il direttore della sede Rai della Calabria, Demetrio Crucitti, l’insegnante Ambrogio Bellizzi, in rappresentanza del dirigente del Polo scolastico “Arberesh” di Lungro, l’editore Demetrio Guzzardi, Presidente dell’Universitas Vivariensis, il Presidente dell’UNIARB (Unione Associazioni Nazionali Arbereshe) Anton Luca De Salvo, il Presidente della FAA (Federazione Associazioni Arbereshe) Damiano Guagliardi e l’imprenditore abereshe Ernesto Madeo.

Fonte: ildispaccio.it Creato Giovedì, 10 Maggio 2018 14:31

Link articolo: http://ildispaccio.it/cosenza/178031-si-rinnova-a-cosenza-per-la-terza-edizione-l-appuntamento-con-bukuria-arbereshe-la-sfilata-d-onore-promossa-dall-eparchia-di-lungro

Foto da web: link https://www.facebook.com/GruppoAntropologicoRrotese/photos/a.1866599960058950.1073741829.183105945075035/1900518193333793/?type=3&theater

Davide Mengacci e Flora Canto oggi a Cetraro (CS)

Oggi registrazione di una tappa del programma itinerante di Davide Mengacci e Flora Canto ” Ricette all’Italiana” che sarà trasmessa su Rete quatto dal 21 al 26/5.  Da quest’anno cambia il programma, Davide e Flora in ogni tappa sceglieranno due “campioni” che dovranno cucinare un piatto tipico del posto.

Cosenza piange Mario Gualtieri: I Musichieri, Il Lemonfiore e i successi più belli

 

La morte di Mario Gualtieri ha rattristato tutti i cosentini. Il popolare cantante del quartiere di Casali, classe di ferro 1941, ha attraversato quasi sessant’anni di scena musicale cosentina ed è passato dalle feste di piazza degli anni Sessanta agli spettacoli con le prime televisioni private di fine anni Settanta, dalle “ospitate” nei programmi televisivi nazionali degli anni Ottanta ai grandi concerti in America, in Australia e in Europa per i tantissimi emigrati nostalgici della nostra terra che l’hanno accompagnato fino agli ultimi anni. Genuino e ruspante, rappresentava pienamente la cosentinità ed era universalmente stimato e benvoluto.

La famiglia Gualtieri a Casali è un’istituzione da tante generazioni. Mario fa parte di una famiglia assai numerosa e ha tanti figli, fratelli, cugini, zii, nipoti e pronipoti… Ottorino è l’esperto di motori, l’erede diretto di papà Domenico (per tutti Micuzzu) e mentre miete successi con le sue adorate moto sulle strade di tutto il Sud, il negozio-officina, da piccolo piccolo che era nel quartiere Rivocati, sarebbe poi diventato negli anni un punto di riferimento per migliaia di cosentini nel quartiere di Andreotta. Totonno è invece il portiere della leggendaria squadra di calcio del quartiere, la Pro Casali, e tutti i cosentini lo ammirano nei suoi tuffi e nelle sue parate prodigiose allo stadio “Emilio Morrone”. Mario, dal canto suo, ha sempre amato la musica.

Negli anni Sessanta, seguendo l’onda dello straordinario successo del programma della Rai “Il Musichiere” condotto da Mario Riva, a Cosenza nascevano “I Musichieri”, un gruppo di musicisti cosentini guidati da Mario e Gianfranco De Lio, valenti tastieristi e compositori e dai cantanti Mario Gualtieri, Tonino Lombardi e Fabio Trioli, le tre voci più belle della Cosenza del “boom economico”.Giovanni e Rino Giordano, che cantavano le canzoni popolari cosentine, quelle folk nel vero senso del termine, sono anche i primi commercianti di dischi e strumenti musicali e si affacciano alla ribalta proprio a cavallo del successo de “Il Musichiere”. Da qui l’idea di contrassegnare il loro negozio di Piazza dei Bruzi, sotto il portico a sinistra, con l’inconfondibile marchio “Giordano il Musichiere”. Un negozio che è stato un pezzo di storia a Cosenza, tappa obbligata soprattutto per le decine di gruppi e band (una volta si chiamavano “complessi”) che si mettevano insieme sulla scena musicale di quegli anni. Acquisto e (soprattutto) noleggio di strumenti. Ma anche tanti dischi attesi e da collezione, nell’epoca in cui impazzava l’amato vinile. I Beatles e i Rolling Stones ma pure Domenico Modugno, Claudio Villa e Tony Dallara. L’epoca degli “urlatori” che sconvolse la musica italiana. Storie d’altri tempi.

Giovanni e Rino Giordano, di conseguenza, erano pienamente coinvolti in ogni nuova iniziativa di gruppi e band (o se preferite “complessi”) e “sponsorizzarono” in tutto e per tutto la prima incisione discografica de “I Musichieri”. Il brano, come ci ricorda la memoria storica della musica cosentina Giannino Dodaro, si intitolava “Svegliati” e lo cantava proprio Mario Gualtieri. La facciata B era affidata a Fabio Trioli, che qualche anno dopo sarebbe stato il primo cosentino (e il secondo calabrese dopo Mino Reitano) a cantare sul palco dell’Ariston al Festival di Sanremo.

Cosenza, dunque, ribolliva di passione musicale e le feste di piazza si susseguivano continuamente. A Mario Gualtieri veniva riconosciuto il ruolo indiscusso di leader, anche perché era più grande d’età rispetto a Lombardi e Trioli. In queste feste si alternavano i pezzi inediti (pochi a dire la verità), le cover e le canzoni popolari cosentine e Mario, quando reinterpretava il successo di Claudio Villa, “Buonanotte Cosenza”, lasciava il segno ed emozionava tutti. Voce calda ma anche graffiante, sapeva interpretare il “pathos” cosentino e si adeguava alla grande al credo degli “urlatori” di cui sopra. Dopo la conclusione della lunga esperienza de “I Musichieri”, Gualtieri – come tanti altri cantanti – si era fatto la sua band, la sua piccola “orchestrina” e girava in lungo e in largo la provincia di Cosenza ma anche altri centri calabresi e iniziava a fare capolino pure all’estero per deliziare gli emigranti.Il periodo di maggiore successo per Mario Gualtieri arriva tuttavia alla fine degli anni Settanta, tra il 1977 e il 1979 per la precisione, quando sugli schermi di Telecosenza (la seconda emittente libera cosentina dopo Teleuno, fondata da Luciano Achito), in prima serata, va in onda la fortunatissima trasmissione “Il Lemonfiore”, una specie di parodia della celeberrima “Corrida” radiofonica di Corrado nella quale si cimentano talenti ma anche “schiappe” clamorose. E così se il cantante è stato bravo la gente gli può lanciare i fiori ma se ha cantato male, possono e devono partire raffiche di limoni. Mario Gualtieri è il conduttore della trasmissione e naturalmente si ritaglia il suo spazio per cantare e fare lo showman, riscuotendo enorme successo. La sigla finale di quella trasmissione è la celeberrima “Zia Teresina”, un inno immarcescibile al buon vino, all’allegria e alla compagnia anche se il morale non è alto come dovrebbe. Se ci fossero stati i dati di ascolto, non c’è dubbio che “Il Lemonfiore” avrebbe polverizzato ogni record.Sull’onda di questo successo, Gualtieri inizia una nuova fase della sua carriera e negli anni Ottanta incide un Lp nel quale è contenuta anche una bella canzone che si intitola “Ciao Fausto”, che rievoca il mito del Campionissimo di ciclismo Fausto Coppi e che presenta in anteprima sulla Rai, a Discoring, introdotto da Gianni Boncompagni, e poi naturalmente anche al Giro d’Italia. La popolarità di Gualtieri aumenta a dismisura: si ricordano ancora altre ospitate a programmi come “Pronto Raffaella” o a “Saint Vincent Estate” dove canta rispettivamente “Vento d’estate” e “Favola” ed è in questo periodo che i tour del cantante bruzio diventano appuntamenti imperdibili per tutti i cosentini, non solo quelli residenti in sede ma anche per quelli sparsi in tutto il mondo.

Nel 1982, per festeggiare la promozione del Cosenza in C1, il musicista Tonino Grazioso scrive “Magico Cosenza” e la affida alla voce di Mario Gualtieri. Si tratta del primo inno ufficiale della storia moderna del Cosenza Calcio e la tifoseria lo impara a memoria in un baleno (“Una canzone per il Cosenza io canterò… un ritornello scritto con il cuore in rossoblù”). Ancora oggi, a distanza di quasi quarant’anni, gli ultrà lo cantano regolarmente sia al “Marulla” che in trasferta.

Le sue tournée diventano sempre più numerose e coinvolgenti. E variano ogni anno dagli Stati Uniti (soprattutto New York e Chicago) al Canada (Toronto gli è sempre stata fedele) ma anche alla Svizzera (Losanna, Zurigo e Lachen), alla Germania e persino all’Australia. Tra le canzoni dialettali, i cosentini impazziscono per la “cattiveria” nei confronti della terribile “socra” (suocera): “… quannu chiova e malu tiampu fa chine’ ara casa i l’atri picchi nun sinni va… d’accussi aiu dittu l’atra sira e mammata facia a mossa c’un capiscìa…”. Ma sospirano di nostalgia anche al canto d’a sigaretta, indispensabile per atteggiarsi ara villetta: “Maleditta sigaretta, maledittu chiru juarnu ca vulia ffare u granni… signu propiu ruvinatu, i purmuni su fricati e l’arterie su ntippate… u dutturi mia m’ha dittu si cent’anni vu campari ta di disintossicari… m’aiu i trovari na minnuta e di latti m’aiu i mbriacari…“.

Ogni sera, “pilotato” dal suo inseparabile promoter, compagno di canto e genio del suono Marco Cozza, si ripete la stessa scena: la piazza è piena e la gente aspetta che salga sul palco Mario Gualtieri per ascoltare le sue canzoni ma la “regina” resta sempre lei, “Zia Teresina”. Sarà la fisarmonica, sarà l’elogio del vino, sarà quel che sarà ma quella canzone è rimasta nel cuore dei cosentini. Esattamente come Mario Gualtieri.

ZIA TERESINA

Datemi un bicchiere, voglio bere…
il vino, a volte, fa dimenticare.
Non voglio ricordare, questa sera,
la donna che, ridendo, mi lasciò.

Vieni, balla con me, zia Teresina,
vieni e lascia star, sorridi ancora.
Balla e fammi un po’ di compagnia,
scaccia insieme a me la nostalgia.

Amico mio, coraggio, bevi ancora,
e non lasciare vuoto il mio bicchiere.
Stasera voglio dire addio al passato
e al futuro dare il benvenuto.

Vieni, balla con me, zia Teresina,
devi stare allegra questa sera.
Il mio paese, là, fra le montagne,
ed il mio cuore, ormai, fra le rovine.
Su, balla, gira ancora, zia Teresina,
e tu riempi ancora il mio bicchiere:
il vino buono fa dimenticare,
e voglio berne tanto da morire.

 Fonte testo e foto: /www.iacchite.com 

Link Articolo: http://www.iacchite.com/cosenza-piange-mario-gualtieri-i-musichieri-il-lemonfiore-e-i-successi-piu-belli/

Grazie alla direzione di  Iacchitè per averci concesso la pubblicazione di questo articolo

Nasce il dolce tipico dell’Alto Jonio

 

  • Il tema della sovranità alimentare era e deve continuare ad essere inteso come progetto politico e pedagogico che le istituzioni in primis devono saper promuovere dal basso, a partire dalle radici del tessuto sociale e culturale del territorio in cui insistono ed esistono quelle produzioni tradizionali, autentiche e stagionali, capaci di rappresentare la chiave per lo sviluppo eco-sostenibile e durevole. Puntare sulle risorse autoctone e promuoverne innanzitutto la conoscenza nei cittadini, significa preparare il futuro e garantire la sopravvivenza delle comunità. Soprattutto quelle dell’entroterra.È quanto ribadisce il Comitato di Condotta Pollino Sbaritide Arberia complimentandosi con il Sindaco di Amedolara Antonello Ciminelli che, nel solco di una sensibilità che lo ha distinto in questi anni in tema di politiche dei turismi, tutela dell’ambiente e, in particolare del mare, nella promozione culturale, dei marcatori identitari distintivi e dell’enogastronomia d’eccellenza, coinvolgendo anche i Sindaci di Trebisacce e Rocca Imperiale per un’ulteriore, preziosa iniziativa di marketing territoriale. L’Esecutivo Ciminelli pone al centro dell’agenda politica ed istituzionale territoriale, non solo del Paese della Secca, la valorizzazione culturale ed economica della mandorla, dal quale deriva il nome stesso di Amendolara.Domani, nel corso di un consiglio comunale congiunto, ospitato alle Ore 11 nel Castello del centro storico, le tre Amministrazioni ufficializzeranno e battezzeranno la ricetta del Dolce tipico dell’Alto Jonio. Tre gli ingredienti principe: la mandorla di Amendolara, il limone di Rocca imperiale e l’arancio Biondo Tardivo di Trebisacce.Durante l’Assise civica, alla quale presenzieranno i tre Sindaci Antonello CIMINELLI, Giuseppe RANÙ e Francesco MUNDO sarà consegnata una targa di riconoscimento al Bar O’ BABBÀ di CORIGLIANO ROSSANO che ha realizzato il DOLCE TIPICO DELL’ALTO JONIO. L’evento è promosso in collaborazione con il Convivium che sarà rappresentato dal responsabile Presìdi della Condotta Giuseppe GATTO e l’azienda di vini ed olio di agricoltura biologica TROIANO che proporrà il vino OGIGIA CALABRIA IGT Bianco che accompagnerà la degustazione del dolce. Verrà, inoltre, conferita la cittadinanza onoraria all’ex Sindaco di CERANO (NO) Gaetano QUAGLIA ed al cittadino Mario UBEZZI, in occasione dell’undicesimo anniversario dal gemellaggio tra la città piemontese ed AMENDOLARA. Alle ORE 21, si potrà assistere all’accensione del falò nel Centro Storico599esima edizione della festa in onore di San Vincenzo FERRERI. Il Paese della Secca si prepara a rivivere uno degli eventi più suggestivi e storicizzati di tutto il Sud Italia. Quella del 2018 farà da apripista ai festeggiamenti solenni previsti per il prossimo anno, in occasione del seicentesimo anniversario dalla morte del Santo Patrono. I PUNTILL, vere e proprie barriere umane che si formano tra le vie del Centro Storico e che si arrestano al cospetto dei fucarazzi, animeranno le vie del Borgo fino all’alba, coinvolgendo cittadini, visitatori e curiosi che, DOMENICA 29, arriveranno da tutto l’Alto Jonio. – I festeggiamenti sono organizzati dalla PARROCCHIA S.MARGHERITA in collaborazione con l’Amministrazione Comunale. DOMENICA 29 nel Convento dei DOMENICANI, alle ORE 11, sarà celebrata la Santa Messa Solenne. Alle ORE 21 nell’Auditorium Enrico CAPPA andrà in scena la commedia dialettale AH SI NASCER DA NUV scritta da Filomena PRESTA e curata dall’associazione LIBERA DIAMOCI UNA MANO. Chiuderà i festeggiamenti l’estrazione della riffa.

Fonte: ildispaccio.it

Link articolo: http://ildispaccio.it/cosenza/176904-nasce-il-dolce-tipico-dell-alto-jonio

Creato Venerdì, 27 Aprile 2018 19:00

Rif.foto Link:https://www.facebook.com/joincalabria/photos/basw.AbpDxWoPX16Mcxuunkzd4ITE-2y84SRKyyK1E6F5fkwKXEoTgJ8H71XUHpHspERdcvZdCMH9mHv58HrXlei

Oggi appuntamento imperdibile dalle ore 17:00 con il programma “Mi ritorni in mente” su witeradio.it

 

Il nostro caro Pino Cauteruccio è pronto per un’altra interessante trasmissione, facendoci rivivere, con canzoni e notizie i meravigliosi anni sessanta/settanta. Oggi il protagonista dello spazio dedicato agli artisti di quel periodo, è:

Gianni Bella, autore di tanti brani di quel periodo ancora famose oggi.

 

 

Sarà riservato uno spazio dedicato a Isabella Biagini, attrice cinematrografica, showgirl e imitatrice molto famosa fino agli anni 80, ma ultimamente ha vissuto una vita molto difficile. purtroppo è scomparsa ieri all’età di 74 anni. La ricorderemo per la sua ironia e simpatia.

I collegamenti saranno dedicati:

Alle ore 18:00 Comunità di Buonvicino (CS) che risiede a

Morgel in Val d’Aosta.

Alle ore 19:00 al “Vinitaly” di Verona.

Collegati cliccando su  www.whiteradio.it

 

 

 

Frittata di asparagi selvatiche, il piatto regina che non può mancare nel menù di domani Pasquetta 2018

Domani mattina alzatevi di buon ora e andate nel bosco a trovare asparagi selvatiche-

Portatele a casa, lavate bene e fateli sbollentare in acqua salata.

Frittata di asparagi selvatici

ritare grossolanamente con la mezzaluna e metteteli in una ciotola.

Aggiungete le uova e mescolare bene con la forchetta.

Aggiungete poi il grana e amalgamare bene il tutto.

In una padella mettete l’olio, fatelo scaldare quindi versate il composto.

Fate cuore la frittata da entrambi i lati e servite.

 

 

Saluti da

Gerace (RC) 

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